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arte antica 325


tro di Murano o il filo dorato che segnava il contorno delle rose sulla stoffa dei vecchi seggioloni.

Don Luigi, che doveva restare a Milano un giorno, non era ancora tornato. Il marchese fantasticava tutto solo davanti al finestrone che dava sul lago, stringendo le palpebre, quasi per fermare il contorno di una visione fuggitiva, — o davanti al suo quadro prediletto — od anche, semplicemente, cogli occhi chiusi, guardando in sè stesso.

Una sera, Giacomo aveva dimenticata la tovaglia sul dossale di una poltrona; e quel bianco lino, morbido, sottile, cadendo a pieghe fino per terra, diede al marchese l’illusione di una donna bianco-vestita, seduta sulla sua poltrona,