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312 | arte antica |
villa; ma non aspettava lui, Forse don Luigi.
Questa riflessione gli diede coraggio e glielo crebbe un certo qual pallore sofferente diffuso sul volto della signora. Fece un bell’inchino, all’antica e le chiese subito se aveva l’onore di parlare alla signora Montecuccoli.
— Son io.
La voce, lo sguardo tra dubbioso e temente, l’attitudine incerta, una vaga somiglianza nella situazione, tutto questo fece ricordare al marchese il famoso: Son io, di Violetta Valery. E noi sappiamo che il marchese era abbastanza sentimentale per commoversi al ricordo di un melodramma.
Si inchinò per la seconda volta; trasse dal taschino, sul petto, una carta