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arte antica 307


in una poltrona davanti al quadro del Zuccarelli, risplendente in quell’ultimo mattino d’ottobre di una luce chiara e diafana, sulla quale si posarono ben tosto i suoi sguardi erranti.

Anche dagli altissimi finestroni pioveva un mite raggio sugli arazzi delle cortine, entro i fili d’oro sbiadito, scivolando fino alle cornici bianche ove si intrecciavano i nodi d’amore — e il marchese, sempre sprofondato nella poltrona antica, seguiva i ghirigori fantastici del pensiero.

«S’ella si fosse lasciata amare alla sua maniera!» — Questo era il tema intorno al quale lavorava la fantasia del marchese; contento, in fondo, che la signora avesse una maniera d’amare opposta a quella di suo nipote.