una donna che filava e un pastore che la stava guardando, immersi entrambi nei vapori molli di un cielo rosato e nelle grandi ombre romantiche degli alberi, questa scena riceveva dalla ricca tavolozza dello Zuccarelli una rotondità piena e palpitante, come il preludio di una fusione possibile fra l’ideale e il reale. Sotto il corpetto di una tinta sfumata, combinazione paziente di giallo e di azzurro per ottenere il risultato di un colore originale, sotto quel corpetto che nessuna donna ha portato mai, rotondeggiava il contorno di un vivo corpo di donna nelle sue linee più pure. Dal cielo, dagli alberi, che erano un modello di lavoro studiato e attento, emanava un senso di realtà delicata: il vero scelto nel bello; con certi sfondi