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214 | le tre rose |
di quel fulgore caldo e trasparente del cielo meridionale, Marcello usciva dalla casetta della sua amante, e fermatosi un istante sulla soglia alzò il capo a mirare lo splendido sole.
— Veh! — diss’ella, correndo a raggiungerlo con in mano una rosa carbonara del più cupo vermiglio — veh! che bel fiore; mettilo all’occhiello.
Egli la ringraziò accarezzandola sotto il mento e si infilò la rosa.
Camminando a brevi passi, quasi sorbendo l’aria deliziosa di quel mattino di autunno, vagando colla fantasia dietro i raggi d’oro che lambivano le cupole e facevano scintillare i cristalli sulle ogive delle vecchie chiese, Marcello si imbattè in un gruppo di persone che ciarlavano vivamente. Non