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la freccia del parto 163


si accorse che la camera si faceva buja e che la contadina dormiva.

Il suono di un pendolo collocato in un angolo della camera la riscosse.

Otto ore!

Si alzò e accese un lume. Nel salotto terreno si udiva il mormorio di diverse persone riunite. Lontano, attraverso la nebbia, attraverso gli alberi sfrondati, il fischio del vapore sibilò per l’aria. Era l’ultima corsa che arrivava da Milano.

Costanza prese da un cassetto alcuni pannolini usati e cominciò a farne delle filaccie per la mano di Paolina. L’immobilità della pazza la sgomentava; avrebbe preferito udirla sragionare piuttosto che vederla così impietrita, col volto che pareva di cera e l’occhio spento.