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la freccia del parto | 143 |
pure allusione; non nominava nessuno; parlava di sè e degli oggetti inanimati. Il sole, la luna, i pesciolini la occupavano sempre.
Al momento di separarsi, ella si aggrappò alla mano di Costanza, come un fanciullo viziato:
— Venite con me! — esclamò tirandola. — Venite!
— Non posso, carina, — rispose Costanza commossa. — Io abito laggiù, vedete? Laggiù dove c’è un pioppo che oltrepassa il tetto.
— Conosco quella casa, — disse la pazza corrugando la fronte quasi per richiamare idee lontane. — Ci sono stata quando, quando...
Non si ricordava più.
— Presto vado via però; forse è l’ul-