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pure allusione; non nominava nessuno; parlava di sè e degli oggetti inanimati. Il sole, la luna, i pesciolini la occupavano sempre.

Al momento di separarsi, ella si aggrappò alla mano di Costanza, come un fanciullo viziato:

— Venite con me! — esclamò tirandola. — Venite!

— Non posso, carina, — rispose Costanza commossa. — Io abito laggiù, vedete? Laggiù dove c’è un pioppo che oltrepassa il tetto.

— Conosco quella casa, — disse la pazza corrugando la fronte quasi per richiamare idee lontane. — Ci sono stata quando, quando...

Non si ricordava più.

— Presto vado via però; forse è l’ul-