Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 90 — |
— Oh! — fece il giovine con un pronto gesto negativo; ma la sua faccia era così seria, che Daria non si accontentò.
Allora per procedere lentamente ella chiese:
— Matilde viene oggi? Ma non compì la frase, perchè al nome di Matilde un vivo rossore imporporò la fronte del giovine; quel rossore mise Daria in sospetto e guidata dal segreto istinto femminile balzò subito a Rodolfo dicendo:
— Credevo che sua sorella lo avesse avvertito della gita di mio cugino.
Com’era da aspettarsi Ippolito si rannuvolò maggiormente; Daria stava sulle bragie, ma ad ogni parola guadagnava terreno e senza rendersi un conto preciso del fatto (troppo brutale per presentarsi alla sua vergine immaginazione), intuì qualche cosa della verità. Allora con un rapido esame della situazione, senza falsa modestia, che non avrebbe giovato a nulla, ella vide in sè stessa e in Ippolito i veri rappresentanti delle due famiglie. Lì, in quella medesima corte, quasi allo stesso posto un morente le aveva ceduto lo scettro morale della casa; sentiva che di tutti i Regaldi la più forte era ancora lei, povera fanciulla; e frenando l’ultimo ritegno di ritrosia, dimentica affatto di ogni preoccupazione personale:
— Signor Ippolito, vi sono di quelle cose che