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VI.
Tutte queste esistenze così modeste ed oscure, il cui rumore pareva non dovesse oltrepassare le due sponde della roggia sulla quale si svolgevano, avevano invece un’eco nel borgo. Gli atti, i gesti, le parole tutto era osservato e commentato da una schiera di oziosi maldicenti che passavano metà della loro giornata a occuparsi del prossimo.
Centro e focolare di tali combriccole era l’osteria dei Tre Mori, dove troneggiava la signora Ernesta fiancheggiata dal signor Giacomo Rossetti e da Don Pietro Pacchia.
C’era stato un ballonzolo la sera prima in casa Regaldi; Rodolfo aveva fatto venire un organetto; due o tre de’ suoi amici vennero insieme, col