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V.
Il caldo quell’estate non finiva mai. Tutto il giorno la casa bianca e la casa nera restavano chiuse, mute sotto la vampa del sole che sembrava sferzarle con raggi di fuoco, accendendo sulle loro grondaie dei bagliori incandescenti.
Nella piccola casa bianca Matilde si aggirava sola, nervosa, in attitudine di un’aspettativa perenne; fiutando nell’aria gli atomi di vita gaudente, che a lei venivano dal borgo, attraverso la solitudine degli orti e della roggia placida scorrente a’ suoi piedi.
Si aggirava lenta sugli alti tacchi, respirando a fatica nel busto, che la modellava come fusa nel bronzo; palpitando negli abiti, così stretti, che le premevano le carni con un lungo e continuato amplesso. Si aggirava e spesso cadeva, languida,