Pagina:Neera - La Regaldina, Madella, 1914.djvu/55


— 51 —


— E tu sei del paese, tu? Bella roba se si dovesse soccorrere soltanto quelli che si conoscono. Valgono poi tanto alle volte quelli che si conoscono!

Ci doveva essere una allusione misteriosa e pungente in queste parole della Tatta, perchè la signora Luigina non rispose verbo e tirò via cheta cheta.

Daria era rimasta indietro, attratta dallo stato pietoso di quel meschino che sembrava mezzo morto di fame; stava per chiamare la Tatta, volendo interessarla maggiormente al poverello, quando si trovò al fianco Ippolito.

La cosa era abbastanza naturale, eppure Daria trasalì. Quel giovine le faceva anche a lei un effetto strano, non di ripulsione però, ma come di turbamento.

Egli sorrise di quel suo sorriso buono, intelligente, così raro, che Daria lo vedeva per la prima volta — e per la prima volta negli occhi di lui piccoli e semichiusi, vide allargarsi un’onda di luce, come se la sensazione di una dolcezza ineffabile gli salisse dal cuore alla pupilla. Sguardo e sorriso erano rivolti al povero, ma di riverbero caddero su Daria, mentre con voce tremola diceva:

— Ho qui io qualche cosa.