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due uomini salirono le scale per preparare il feretro.

Ippolito non permise a nessuno di toccare il cadavere; si incaricò lui stesso di deporre la morta sul guanciale coperto di fiori; le accomodò il lenzuolo attorno ai piedi, nè l’abbandonò finchè l’ultimo chiodo fu conficcato nella bara. Allora una debolezza improvvisa lo colse; si sentì mancare le gambe e credette di svenire; ma riprese presto il suo impero, e fattosi sulla soglia, stette in piedi, immobile, finchè tutto il corteggio fu passato.

Le donnicciuole accorse per il funerale se lo additavano susurrando:

— To’, non piange nemmeno. Avremmo creduto che l’amasse di più la madre sua.