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E tacquero entrambe aspettando.

La pioggia continuava a cadere lenta, monotona nell’ombra della corte; la stanzetta era quasi buia e il profilo delle due donne sedute sul divano bigio, ritte ed immobili, pareva quello di due statue.

Il cucù, addossato al muro come un lungo fantasma nero, continuava a fare tic tac, tic tac, tic tac.