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— con un senso di stupore, di ribrezzo e nello stesso tempo di incredulità.
Da giovane le era capitato una volta di prendere marito; l’aspirante non le dispiaceva perchè franco ed onesto; ci pensò lungamente e poi finì col dire di no: per quella sciocchezza lì non valeva la pena di perdere la propria libertà.
Dei sette peccati capitali ne aveva uno solo — l’ira — era furiosissima. Su questi due cardini del bene e del male, la beneficenza e la collera, ella sfogava tutto il fuoco di un organismo vulcanico.
Credeva di essere religiosa e non lo era punto — non lo era in causa del suo carattere diametralmente opposto al tipo delle virtù cristiane. Andava in chiesa regolarmente, senza dimenticare i torti e non perdonando punto le offese; recitava l’atto di umiltà mulinando un’orgogliosa risposta per confondere la boria di qualcuno; giurava di credere ciecamente nell’infallibilità della chiesa e poi attaccava brighe col confessore sopra un punto della fede.
Troppo violenta, troppo impressionabile e schietta per essere una buona educatrice, reggeva con mano convulsa il suo scettro di padrona di casa. Rodolfo e Pierino alzavano le spalle alle sue sfuriate. Daria taceva; e questi silenzi si