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ad onta de’ suoi difetti, anzi per i suoi difetti, era una vigorosa individualità, contribuiva ad aumentare nel cuore ardente della fanciulla una singolare fermezza di propositi, una indipendenza di giudizi quasi virile.
Cresciuta senza madre, ella aveva incominciato presto ad approfittare dalla scuola della vita; aveva imparato sopra tutto a bastare a sè stessa, da donna che intuisce la verità delle cose. Si proponeva di andare sempre diritto, sempre avanti; non si sentiva nè timida, nè incerta, nè paurosa. Bramava la felicità, ma avrebbe accettata anche la sventura risolutamente; aveva la fibra dei lottatori.
La morte del fratello maggiore lasciò un gran vuoto e una grande tristezza nella famiglia. La vecchia Tatta crollava il capo guardando quegli altri due vagabondi, e Daria taceva e pensava.
Rodolfo, che ora aveva quasi venti anni, passava la giornata nei campi, rozzo, inaccessibile a qualunque sensazione, che non fosse puramente materiale. Era un pezzo di giovinotto tarchiato, volgarmente bello, gran frequentatore di osterie e celebre in tutti i cascinali del circondario.
Pierino, che toccava appena i quindici anni, stava in mezzo per il carattere al sentimentalismo del defunto primogenito e alla brutalità del secondo;