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II.
Al cader delle foglie il giovane tisico morì. Egli era il maggiore dei tre fratelli Regaldi — l’onore e la speranza della famiglia — come diceva la cugina. Speranza svanita e onore postumo.
I due fratelli che rimanevano, ragazzacci senza giudizio, formavano la disperazione quotidiana della vecchia Tatta.
Era costei una zia piovuta da un lontano paese all’epoca della morte del padre Regaldi; una zitellona burbera, ma generosa, che aveva spontaneamente abbandonate le abitudini di mezzo secolo, le amiche, la casetta tranquilla e raccolta, per venire nel turbine di quella famiglia sbandata a prendere le redini di un potere, che non era mai esistito, perchè in casa Regaldi si faceva repubblica tutto l’anno.