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ma nel momento che levava la mano, le vene della fronte e del collo le si fecero turgide, il braccio si irrigidì; volle parlare, una imprecazione violenta uscì a mezzo dalle sue labbra contratte, il pensiero di una atroce maledizione le si svelava sul volto reso quasi pavonazzo; brancicò ancora, ruggì, cadde.
Pierino fu appena in tempo a sostenerla e a stenderla sul divano al posto lasciato vuoto da Matilde, che, sbigottita, s’era rifugiata in un angolo della stanza, coprendosi gli occhi colle mani.