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Ella sedette sul divano bigio; era pallida, affranta dalle continue emozioni.

— Come va la salute?

Nel farle questa domanda con accento affettuoso Pierino le si sedette accanto e le circondò la vita col braccio.

Matilde era incinta di due mesi.

— Quando ti vedo sto bene.

Si guardarono per un istante imbarazzati; egli cercava un argomento serio e capiva la difficoltà di farglielo accettare.

In questo silenzio altissimo, rotto appena dal respiro affannoso di Matilde, si udì un rumore sulla scala.

Pierino balzò in piedi; Matilde lo trattenne dicendo con indifferenza:

— Oh, è Rodolfo; siediti, egli non entra qui.

Diffatti il rumore cessò.

Matilde riprese le sue carezze raccontando lo squallore della sua vita e l’avversione che provava per quella famiglia. Improvvisamente si spalancò l’uscio che metteva in cucina e la vecchia Tatta, terribile, apparve. Aveva l’occhio fiammeggiante, la fronte minacciosa sotto i bianchi capelli scomposti. Con una vigoria singolare e che era il risultato di un eccitamento straordinario si slanciò sui due colpevoli in atto di percuoterli;