Pagina:Neera - La Regaldina, Madella, 1914.djvu/171


— 167 —

lano; la disgraziata sentiva per lui un amore pazzo. Sulle prime sembrava che Pierino corrispondesse, poi era sopraggiunta la sazietà, infine gli mancava il tempo per occuparsi di una relazione che non gli rendeva nulla.

Ma Matilde lo tempestava di lettere, di preghiere, di minaccie, di promesse. Ella aveva trovato in quel giovine elegantemente cinico, la realizzazione di un ideale covato lungamente nelle veglie malsane, nei fantastici trasporti di una immaginazione corrotta; ella si era data a lui coll’ardore di una belva che ha trovato finalmente una belva della stessa razza.

Sulla fine di settembre, in seguito ad una lettera disperata di Matilde, Pierino venne. Fu accolto freddamente da tutta la famiglia, in modo che Matilde rimase sconcertata.

— Sarai contenta — le susurrò all’orecchio mentre si chinavano insieme per raccogliere un oggetto, che non era mai caduto.

— Voglio parlarti — rispose lei, decisa a tutto.

Pierino si strinse nelle spalle.

Matilde fece il giro della stanza, aperse un tiretto, frugò in un paniere, smosse alcuni libri; il tutto per aver agio di scrivere su un pezzettino di carta: A mezzanotte qui: e glielo fece scivo-