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nello di corniola; e dirle, che soltanto in grazia sua aveva trovato un nome onorato in quella famiglia, che essa ora trascinava alla rovina. Si voltò indietro, piena di giusta alterezza, ma nel mirarla ravvisò, sulla bocca di lei, quella linea che la faceva tanto rassomigliare a Ippolito e allora ebbe vergogna della propria debolezza. Un altro ordine di idee venne a sovrapporsi al bollore dello sdegno; riprese d’un tratto la sua forza, la sua superiorità, serena; dimenticò sè stessa; e ferma e dignitosa, s’avviò fuori dell’uscio dicendo con voce che non era più tremante, ma che vibrava sotto l’ispirazione di un pensiero altissimo:

— Vado poichè tu non mi conosci ancora.

Matilde balzò in piedi e lanciando un’ultima parola iraconda chiuse a doppio giro la chiave dell’uscio.