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La casa dei Regaldi si dirizza a picco specchiandosi nella roggia, protendendo sovr’essa la larga balaustra di marmo, che cinge di fianco il cortile.

E’ un vecchia casa nera e cadente, che sarebbe triste nella solitudine di una landa sabbiosa, ma che acquista una certa grazia giovanile dalla ridente posizione in cui si trova, lambita dalle acque, in mezzo agli orticelli ricchi d’alberi e di viti.

Il cortile, piccolo, lastricato come una sala, aperto sul canale e con quella balaustrata di stile barocco tutta lavorata a riccioioni, sui quali il tempo ha disteso uno strato lucente di muschio; questo cortile, ora che le ombre della sera lo invadono, prende un aspetto romantico di patio spagnuolo, con certi fruscii indistinti e certi angoli pieni di mistero.

Dal pian terreno della casa, attraverso un uscio socchiuso, sfugge un sottile raggio, che disegna sulla prima metà del cortile un tappeto di luce e rischiara la parte inferiore di una figura femminile appoggiata alla balaustra. Il resto della persona scompare un poco nel velo della notte, ma per quello che si vede è una fanciulla che non oltrepassa i quattordici anni, alta e flessuosa, dai contorni indecisi, vestita con un lungo abito