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vertite le parti, la violenza di Daria fosse passata in lui.
— Lo spero — disse Daria freddamente — ma le apparenze sono tali. Fu vista parecchie volte a Milano insieme a Pierino; c’è anche chi assicura che l’anno scorso ai bagni egli andava sempre a trovarla. Da molto tempo, io che vivo in casa, ne avevo il sospetto. Oh! Ippolito, è ben triste cosa dover parlare così dei propri parenti; ma a che servirebbe il silenzio con lei? Non è forse la sola persona alla quale io possa chiedere aiuto? Alla zia, così violenta, no certo. Tutti i miei sforzi mirano a tenerle nascoste queste brutture; quanto a Rodolfo, nello stato in cui è caduto, non si accorge di nulla...
Una vocina giuliva interruppe il grave colloquio. La bimba che Daria aveva posta a sedere sui gradini dell’altare, aveva scoperta tra le fessure dei mattoni una tribù di formiche e batteva le manine ridendo, sorpresa di vedere tante creaturine più piccole di lei. La gioia innocente della Lena parve ai due afflitti un contrasto così atroce, che ammutolirono; ma i loro sguardi profondi si ricambiavano i medesimi pensieri.
La piccina continuava a baloccarsi sulla scalinata, presso la balaustra di legno dipinta in ce-