Pagina:Neera - La Regaldina, Madella, 1914.djvu/146

— 142 —

pandosi sui muri bianchi arsi dal sole. E al di sopra delle case silenziose, sulle vie deserte abbruciate dalla caldura, pesava un cielo grave come coperchio di piombo.

Daria era andata colla bimba a trovare la signora Luigina, che, da qualche tempo inferma, non si moveva quasi più dalla camera.

Da quella notte che aveva ricevuto la confessione dei suoi casi pietosi, Daria si sentiva maggiormente trascinata ad amare, a comprendere, a compatire la povera zitellona. Dove gli altri non vedevano che il ridicolo di una isterica donnicciuola, ella trovava le cicatrici di ferite profonde, di dolori indimenticabili; e forse pensava che lei stessa potrebbe diventare così isterilita nelle lotte contro un amore infelice.

Ciò per altro non la scoraggiava; la sua passione l’aveva elevata all’altezza di una fede.

Dell’amplesso che le era negato, ella formava una ardente fiamma di pensiero e, certa di essere ricambiata, viveva nella mente e nel cuore dell’uomo che essa amava. Martiri entrambi della famiglia, riuniti nel medesimo sacrificio, accettavano coraggiosi l’aspro dovere che si erano imposti, sostenendosi a vicenda.

Nell’ambiente corrotto in cui vivevano, la purezza delle loro anime creava a loro una oasi di