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XIII.

Un altr’anno passò, monotono, senza portare nessun cambiamento visibile, ma lasciando cadere quotidianamente il suo granello di sabbia come la clepsidra antica.

Era il mese di luglio. Il paese, cessata la gran faccenda dei bachi, riposava nella sua calma sonnolente in mezzo ai prati grassi che lo circondano e ai campi di ravettone splendenti del loro giallo intenso.

Un caldo soffocante faceva tenere tutte le case rinchiuse e solo passando da qualche finestra terrena si sentiva l’odore nauseabondo dei bozzoli ammonticchiati per la semente. Sciami di mosche aleggiavano intorno rompendo il silenzio, picchiettando i vetri delle botteghe, spingendosi attraverso le fessure nelle càmere abitate, aggrup-