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Pierino rispose alla raccomandazione di Matilde con un gesto convincente.

— Vorrei sapere — borbottò la vecchia Tatta guardando al disopra degli occhiali — da quanto tempo quelle due teste balzane sono entrate in tanta confidenza.

Il domani Pierino tornò in città, ma nella stessa settimana Matilde ricevette l’abito color testa di negro.

Qualche giorno dopo arrivò il giornale di mode, e poi tratto tratto, insieme al giornale, dei libri eleganti, che portavano nel silenzio dell’umile casa l’eco dei rumori del bel mondo. Matilde si faceva sempre più insofferente di quella vita; ogni giorno le crescevano i desideri, i bisogni. Con Rodolfo si bisticciava spesso, rimproverandolo di essere grossolano; gli chiedeva denari che egli non aveva — allora si rinfacciavano a vicenda il passato, coprendosi di vituperi, arrivando quasi all’insulto.

Verso il mese di giugno ella dichiarò recisamente, che voleva andare ai bagni; disse di aver venduto alcune gioie che possedeva, e che, se non bastava la somma, trattandosi della salute, si poteva incontrare anche qualche debito. Ippolito volle farle delle osservazioni; ma lei tagliò subito