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uno spolvero di giovinotto elegante, con un pizzico di audacia naturale, che stavano insieme magnificamente. L’antico birichino, che faceva scherzi alla signora Luigina si era mutato in un birichino di miglior gusto, che sapeva all’occorrenza assumere anche un’aria grandiosa tra l’artista e il gran signore.

— Girandole! — brontolava la vecchia Tatta — Fumo negli occhi!

Il primo giorno dell’anno, verso le due pomeridiane, Matilde passeggiava nella corte, pestando i piedi per riscaldarsi; aveva un lungo soprabito di panno verde, guarnito d’astrakan, con alamari e cordoni all’ussera e in testa un tocco di velluto nero con penne di gallo.

— La mia signora cognata ha freddo, a quanto pare?

— E il signor cognato no? — fece Matilde con grazia civettuola, rispondendo a Pierino, che l’aveva apostrofata dalla finestra.

— Ho un preservativo infallibile, io.

— Davvero? Me lo insegni.

— Oh! così, dall’alto al basso....

Matilde non gli fece caso; tornò a passeggiare in su e in giù, poi vedendo Pierino immobile alla finestra: