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lesto, sopratutto la notte; e Daria se la portò nella sua cameretta, incaricandosi di tutte le cure che esigeva quella personcina.

Sul principio d’inverno ammalò; ebbe febbri acutissime, tosse, minacciò due o tre volte di morire; Daria vegliò le notti intere colla sua calma serena di donna forte e, quando l’ebbe risanata, le parve che un vincolo di più l’unisse alla innocente creatura; già la piccina la riconosceva in mezzo a tutti, le faceva festa sorridendo e tendendo verso lei le manine, e in quei teneri amplessi Dara dimenticava ogni pena avuta.

— Lei ama molto i bambini a quel che si vede.

— Sì: rispose Daria semplicemente.

Queste parole venivano scambiate colla moglie del dottore che si trovava in visita di gala per i1 capo d’anno. Già da un po’ di tempo le visite di questa signora spesseggiavano avendo di mira Daria specialmente. In quel giorno si trovavano appunto sole.

— L’amore per i ragazzi è una buona disposizione al matrimonio.

Qui Daria non si credette obbligata a rispondere, per cui l’altra soggiunse:

— Lei è troppo bellina per fare la mamma ai figli degli altri. Conosco qualcuno che sarebbe