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che l’aveva sempre veduta incerta e paurosa, scolorita come un’ombra, ingenua come un bambino, e che non la giudicava suscettibile di decidere la più semplice quistione, nemmeno quella di soffrire o di godere.
— Non credi? Domandalo a tua zia.
— Andiamo, pazza, quando la finirai di pensare a queste cose, che sono più vecchie del tabarro del diavolo?
Ma, comodamente distesa nel letto, la signora Luigina si sentiva in vena di confidenze; una specie di agitazione nervosa le accelerava le parole in bocca; perfino i suoi pallidi occhi avevano dei riflessi quasi luminosi.
— Sì, sì, continua pure ad agitarti e farai come tua cugina Petronilla.
Per fermo la signora Luigina doveva conoscere sua cugina e sapere quello che le era accaduto agitandosi; non rispose e incominciò adagio adagio a levarsi gli spilli dalle trecce. Però dopo un momento riprese, volgendosi verso Daria.
— Sarebbe pur utile alla gioventù il sapere a quali passi conduce la troppa sensibilità del cuore!
Daria le strinse la mano in silenzio; intanto che la Tatta vedendo spuntare la storia ch’ella