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e ne gioiva nell’intimo delle viscere. Alla fine disse:
— Tu hai forse ragione, e come dici sia. Desidero almeno che l’uomo da te scelto sia degno di questo sacrificio.
Daria alzò la fronte raggiante di fede:
— È il migliore degli uomini!
Su queste parole pronunciate un po’ forte la signora Luigina si svegliò, e il suo primo sentimento fu di confusione; tornò a profondersi in scuse, a dire che l’emozione l’aveva vinta, che ora però si sentiva meglio e poteva levarsi.
Erano le due del mattino. La Tatta l’obbligò a starsene in letto tranquilla, che quanto a lei e a Daria non avevano nessuna voglia di porsi a dormire.
— Ah Maddalena (era questo il nome della Tatta) sono passati trentanni, ma mi pare soltanto ieri!
La Tatta crollò la testa; mentre Daria che non capiva il senso di quelle parole, le guardava entrambe con muta interrogazione.
— Cara ragazza — la signora Luigina in quel momento di debolezza aveva ad ogni modo bisogno di uno sfogo — cara ragazza, tu non conosci la mia storia; se sapessi quanto ho sofferto!
Questa confessione sorprese moltissimo Daria