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peso al muro, proprio al disopra della testa di Daria, esclamò:

— Era destino!

Il ritratto rappresentava il primo fratello Regaldi. Daria si morse le labbra e chinò il capo mentre Matilde soggiungeva con leggerezza:

— Se non fosse morto così presto mi avrebbe sposata anche quello lì; cioè intendiamoci, o l'uno o l’altro...

Si allontanò ridendo chiamata dal signor Giacomo Rossetti che, avendo bevuto più del dovere, si sentiva in vena di galanteria.

Daria era pallida come un cadavere.

— Cara — fece Ippolito dimenticando in quel punto la sua freddezza e prendendole la mano.

Ma una forte esclamazione della Tatta richiamò l’attenzione generale sulla signora Luigina che era stata dimenticata completamente e che giaceva svenuta sulla sua sedia, di fianco al cucù.

Due uomini presero delicatamente la povera zitella e la portarono sul letto della Tatta, non senza celiare, strada facendo, a proposito di questo singolare svenimento. Daria la seguì subito e non si fece più vedere in sala, divorando meglio 1e proprie lagrime al capezzale della vecchia amica.

Giù, gli amici di Rodolfo si fermarono fin oltre la mezzanotte schiamazzando. Alla fine erano