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Quando furono tutti inginocchiati e che il prete prendendo Panello di Rodolfo lo pose in dito alla sposa, Daria chinò gli occhi sulle sue mani dove all’anulare della destra, il cerchietto color di sangue rosseggiava cupamente.
Matilde trionfava. L’ebbrezza dello scopo raggiunto le brillava negli occhi e riusciva a nascondere l’alterazione, che aveva subito da qualche tempo il suo viso. Portava un vestito semplice, di colore oscuro, ma in mezzo al seno il velo era puntato con un mazzolino di fiori d’arancio, freschi, ch’ella fiutava tratto tratto con una disinvoltura insolente.
La vecchia Tatta non aveva voluto venire allo sposalizio, adducendo per iscusa che i vecchi stanno bene in casa. Quest’assenza fece un po’ di impressione in paese, poi non vi si badò più, pensando che la bizzarra zitellona ne aveva fatte ben altre.
Dopo la cerimonia vi doveva essere una piccola refezione, affatto intima, nella casa bianca; ma tutta questa parsimonia fece arricciare il naso il gli amici di Rodolfo, che lo andavano punzecchiando perchè in tale circostanza li facesse stare un poco allegri. Rodolfo si schermiva dicendo che suo cognato era un orso e che non si poteva ridere con lui.