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che mai vide la intimità di Alberto co’ suoi amici, quella grande porzione di vita da cui era esclusa, lei, che aveva creduto, sposandolo, di fondere due vite. Un abisso la separava dall’uomo a cui s’era data, che le era straniero, che non aveva lo stesso sangue, nè gli stessi pensieri, nè la stessa anima, che aveva vissuto trent’anni senza di lei, ch’ella non aveva mai visto piangere, che trovava inutile dirle: ti amo... e un bisogno irresistibile l’assalse, il bisogno di gettarsi nelle braccia di sua madre.

I due amici erano usciti dalla camera, avviandosi giù per la scaletta nel tinello.

— Badi che c’è un chiodo accanto all’uscio — disse Toniolo gentilmente — l’avverto per l’abito.

Sul tavolino, nel tinello, giaceva ancora il ritratto della sposa. Marta lo guardò a lungo, con una malinconica simpatia, e non riuscendo a vincere la tenerezza di cui il suo cuore traboccava, si accostò ad Alberto e gli strinse furtivamente la mano.