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Toniolo pose la mano nella tasca interna dell’abito, poi in quella esterna, mormorando:
— È singolare, dove diavolo l’avrò cacciata?
— L’avrai lasciata sotto il guanciale, stanotte — disse Alberto ridendo.
Marta guardò con interesse gli occhi di velluto di Toniolo, accogliendo la supposizione che egli dormisse coll’immagine della donna amata: ma Toniolo indicò subito con la mano la fotografia, appoggiata sul caminetto, contro la pendola.
— Le assomiglia? — chiese Marta.
— Mi pare di sì.
Era una giovanotta rubizza, dalle forme pronunciate e dalla faccia ingenua. Marta voleva domandare ancora: L’ama molto? ma non osò.
— E che dirà Giuditta? — esclamò Alberto, battendo sulla spalla dell’amico.
— Oh quella si consolerà di me, come si è consolata di te...
Marta fremette, intanto che i due uomini scambiavano un’occhiata di intelligenza. Toniolo soggiunse: