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un ricamo o un libro dimenticato, non uno sgabello fuori di posto; niente del benessere comodo e lieto che Marta aveva a casa sua; niente pure del disordine pieno di vita che, in casa Merelli, quattro bambini pieni di salute si incaricavano di mantenere costante.

Un fanciulletto di quattro anni, biondo, esile, con una faccina anemica, fu il primo a mostrarsi. La signora Merelli volle accarezzarlo, ma egli si ritrasse in silenzio contro lo stipite dell’uscio.

E passarono altri dieci minuti.

Venne poi il signor Gavazzini, nascondendo, sotto un fare cerimonioso, l’alterazione dei lineamenti, eccitati come dopo un alterco.

— Prego queste signore di scusarmi, e di scusare mia moglie; è un po’ indisposta...

Nello stesso momento una signora alta, molto esile, con la stessa faccia anemica del bimbo, irruppe nel salotto; aveva un abito celeste e i capelli sciolti per metà sulle spalle in una acconciatura melodrammatica. Senza nemmeno guardare le due visitatrici, si rivolse bruscamente a Gavazzini.