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e quasi calda della plasticità vigorosa di chi la aveva rivestita. Davanti al letto della piccina, intanto che Marta ne lodava il volto intelligente, la madre sospirò:
— Lei è adesso nella sua luna di miele... le auguro che duri a lungo.
— Oh! sempre — esclamò Marta con vivacità.
Un’espressione di meraviglia passò negli occhi della signora Merelli, che poco dopo soggiunse:
— Almeno non avesse troppi figli... perchè qualcuno ci vuole, ma troppi! Io non ho aspettato neanche un giorno; nove mesi giusti dal dì del mio matrimonio nacque Battistino.
— Davvero? — fece Marta — È egli possibile?
— Come le dico. E ho sofferto tanto quella volta!
Si allontanò dal letto voltando le spalle alla bimba;
— Tre giorni interi coi dolori e poi un male, un male...
Marta ascoltava, terrorizzata, sentendosi un brivido alla superficie della pelle.