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Ma Alberto l’udì. Si sporse vivamente fuori della carrozza sbracciandosi verso due individui che costeggiavano la strada maestra. I due si levarono il cappello.

— Salite?

— No, grazie. Ben arrivato.

Nuovo saluto alla signora.

— Nessuna novità?

— Nessuna.

— A rivederci.

Terzo saluto.

— Ah! cari — esclamò Alberto abbandonandosi sui cuscini della vettura — quel capo ameno di Merelli, quel simpaticone di un farmacista!

Tanto per dire qualche cosa, per interessarsi anche lei a quello che interessava suo marito, Marta chiese:

— Sono tuoi amici?

— Merelli sì, Merelli fin dal ginnasio; abbiamo fatto la quarta e la quinta insieme. Fu lui che il giorno onomastico del professore... Ah! ma tu non sai, non sai, che bel matto!