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grandi bellezze, ma mi appartiene da quattro anni e mi serve bene. Non è vero, Gerolamo?
Gerolamo, dal suo posto, schioccò la frusta, assentendo.
Marta pensò che lei, la moglie, era la straniera fra il padrone, il servitore e la cavalla. Suo marito e Gerolamo potevano intendersi con una occhiata sopra una quantità di avvenimenti a lei sconosciuti; e la cavalla stessa, quante carezze non aveva avute da Alberto prima, assai prima che ella lo conoscesse! Tutto un passato li divideva dunque, mentre ella avrebbe voluto fondersi con lui, immedesimarsi, formare una cosa sola. Che altro se non ciò doveva essere l’amore?
— C’è molto prima di arrivare? — chiese mortificata quasi di non saperlo.
— Tre chilometri circa li abbiamo fatti, ne restano cinque. Fra mezz’ora saremo a casa. L’Appollonia ci aspetterà.
Almeno ella sapeva che Appollonia era la serva. Ne avevano già parlato; suo marito gliel’aveva dipinta come una buona campagnuola affezionata