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turale, lo vediamo così da lontano finchè siamo fanciulle! È la fiammolina che guizza sulle zolle umide, è la fosforescenza dorata della farfalla, è un gaz, è una polvere alla quale noi diamo i grandi nomi di passione, di delirio, di estasi...

La voce della signora Oldofredi tremava un poco; ella riprese tuttavia sforzandosi di parere calma e padrona di sè:

— E quando si scopre l’inganno, invece di accusare la falsità della nostra immaginazione, ce la prendiamo coll’amore che, poveretto, non può essere diversamente da quello che è sempre stato, un sogno, un miraggio...

— No, mamma, l’amore esiste. — Marta, che dapprima aveva ascoltato quietamente, si rizzò sui guanciali, febbrile, rosea, con quella bellezza improvvisa che le veniva a sbalzi, colla pupilla ardente e dilatata. — L’amore esiste!

Per un istante la madre scrutò fino in fondo il pensiero di sua figlia.

— Facciamo una supposizione — continuò Marta appoggiandosi col gomito sul guanciale