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la signora Merelli stette per perdere le staffe, osservando che Marta impallidiva. Tossì, tuttavia, si spianò le gale dell’abito, e disse col suo bel candore:

— E chi ci pensa più? Manca da tanti anni!

— Oh! questo non serve — rimbeccò l’altra malignamente, — quando si sono lasciati certi ricordi dietro a sè... Non dicevano che avesse avuto un figlio?

— Quante calunnie!

La signora Merelli, indignata, tese la mano quasi per attestare l’innocenza dell’assente, Marta afferrò quella mano, e alzandosi, e trascinando con sè l’ottima creatura, uscì dalla stanza, soffocata dai singhiozzi.

Alberto che l’aveva vista uscire, le tenne dietro subito.

— Non si spaventi — disse la signora Merelli — fa un po’ caldo in sala, e poi tutti quegli sigari! Per quanto si stia bene, lo creda a me, qualche cosa si soffre sempre...

— Ti senti male? — chiese Alberto con premura.