in là. Intorno, sulla fronte quasi rettangolare, dietro le orecchie, giù molto abbasso nella nuca, una cornice di capelli castagni, bruni in massa, ma luminosi, accendentisi qua e là con striscie seriche, con picchiettature d’oro brunito, spartiti modestamente nel mezzo e appuntati con due spilloni d’argento. Gli occhi tranquilli, di un colore indeciso, francamente aperti e sereni guardavano dritto, a guisa di dardo scoccato; ed era il loro sguardo tutta una dolcezza, una dolcezza invadente che assorbiva l’attenzione e la sviava dalla irregolarità dei lineamenti. Il mento stesso, senza carattere, di un disegno sbagliato, scompariva nella luce generale di quel volto a cui la bocca, raramente sorridente ed anche nel sorriso mesta, dava una speciale espressione di bellezza concentrata. Sotto il collo elegante e fiero, le spalle non sembravano interamente sviluppate e la delicatezza del seno che segnava ma non accentuava la femminilità, le dava una vaga somiglianza colle statue classiche di Ebe giovinetta.
Piccola la mano, dove le vene si gonfiavano fa-