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Marta lo osservava attentamente, mentre un tremito l’agitava tutta, sperando che egli almeno si accorgesse della di lei inquietudine e glie ne chiedesse il motivo. Si era già preparata. Se le domandava: Ti senti male? la risposta doveva essere press’a poco così: Sì, di un male che tu solo puoi guarire, ecc., ecc. Ma nulla di tutto questo.

Alberto mangiava, e, solamente, vedendo il piatto di Marta quasi sempre vuoto, la esortò a mangiare anche lei. Sulla fine del desinare domandò:

— Tua madre non ha ancora scritto?

— No.

— Se tarderà molto a venire, sopravverrà il freddo.

Ella avrebbe potuto svelare le ragioni del ritardo, entrare nei particolari di un contratempo abbastanza buffo, ma ciò l’avrebbe portata lontana dalle sue preoccupazioni e non si sentiva la forza di fingere, nè di frenarsi. Preferì restare muta, bucherellando con lo stuzzicadenti la tovaglia.