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Le due violette si trovavano ancora in mezzo al foglio, fermate con un piccolo taglio nella carta. Il capello non c’era più.

Non sapendo precisamente dove collocare il frammento che incominciava con le parole «mai, non lo dimenticherò mai!», Marta lo pose subito dopo questa lettera, argomentando per il tono più intimo delle seguenti che gli amanti dovevano essersi avvicinati.

VI.

Mia vita,

Non ho che te! Non penso ad altro, non voglio niente altro. Tu dici che non puoi ammogliarti ora, che m’importa? Sfido le ipocrisie del mondo, voglio il tuo amore, non il tuo nome, non la tua casa, non i tuoi beni, non la pace e la salvaguardia che mi verrebbero da te, ma te solo, te, te, te!

Aspetto tue lettere con la sete di Agar nel deserto. Mille e mille baci.