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II.

Amico mio,

Sì, io vi chiamo amico mio; oramai non potrei più riprendermi questo cuore che è vostro, ma voi rispondete al mio affetto? La vostra lettera era fredda, e di uomo distratto... scusatemi, Alberto; caro Alberto, non vorrei recarvi dispiacere colle mie esigenze. Egli è che mi rende tanto felice il pensiero di essere amata da voi!

La famiglia che mi tiene in pensione non fa altro che lodarvi; se sapeste come ne sono orgogliosa! Non potreste entrare in relazione con questi miei ospiti? Ci vedremmo allora più spesso...

Lo so che non sono degna di voi, che meritate ben più dell’amore di una povera maestra, ma vi dò tutto quello che ho, tutto, tutto, o mio sogno!


Mancava il secondo foglio di questa lettera.