Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 117 — |
|
Le sembrava ancora la più bella poesia del mondo, l’aveva recitata un giorno al dottorone, sperando di commoverlo, ma egli aveva risposto: Non creda ai poeti; essi cantano d’amore nello stesso modo che i becchini seppelliscono i morti, per professione.
Nelle pagine della strenna c’era un foglietto, staccato, come si vedeva, da una lunga lettera. La carta era sottile, rasata; la calligrafia femminile, diceva; «mai, mai lo dimenticherò, mai! Esso è qui sulle mie labbra, più ancora che non