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correva nè il sentimento, nè la devozione, nè la grazia; che cosa ci voleva dunque?

Abbandonata a sè stessa la sua immaginazione si smarriva. Decisa a tutto per vedere suo marito innamorato, avrebbe voluto conoscere quelle che nei libri si chiamano: le arti delle cortigiane. Anche nella storia, anche ne’ suoi libri di istruzione aveva trovato esempi di quelle donne maliarde che affascinano. La morte di Oloferne, la disfatta di Cesare, non erano forse l’opera d’una donna?

Recentemente aveva letto di un sultano che si innamorò di una ignobile negra addetta ai più bassi servizi del palazzo, la sposò e la fece sultana Validé, preferendola a tutte le odalische dell’harem.

Non era dunque la gracilità della sue membra e il suo profilo scorretto che vietavano ad Alberto i deliri dell’amore. No certo, perchè Alberto le aveva detto tante volte, col suo accento gentile, che gli piaceva così come era, gli piaceva tutta e la trovava immensamente simpatica, co’