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l'amuleto 51


mio cugino, dapprima con qualche difficoltà, poi meravigliata di comprendere e di gustare anche problemi che una volta mi sarebbero parsi ardui e privi di interesse. Erano pagine di poeti, di pensatori, di anime calde ed elevate. Erano, strano a dirsi, rivelazioni di idee che avevano tratto tratto gettato un baleno nel mio spirito, come raggi che passano davanti e dileguano, come astri intraveduti in un lontano cielo ai quali non si crederebbe possibile di arrivare. Ed erano amici, amici nuovi e sicuri che mi si mettevano a lato, ora facendomi sorridere, ora facendomi riflettere, pungendomi, spronandomi, sempre con quella deliziosa sensazione di completamento, di linfa saliente su per i rami, che colma e che matura.

Prima assai del tempo — come aveva detto Lui — i rosai del mio giardino spuntarono tutti. La festa dei colori e dei profumi era intensa. Io e Alessio non potevamo più stare rin-