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fetto. A me, povera fanciulla ignara, la sua disinvoltura di giovinotto elegante fece molta impressione e poichè mi faceva regolarmente la sua corte credetti che mi amasse. Forse, chi lo sa! mi avrà amata allora — quantunque io abbia compreso di poi che quello non poteva essere il vero amore. Nemmeno un anno egli stette con me; si annoiava della mia compagnia e della solitudine campestre e appena ebbe la certezza del bambino che doveva nascere tornò alle sue abitudini di società mondana e di viaggi. Mi aveva promesso di darmi un appartamento in città per passare assieme almeno l’inverno, ma se ne schermì sempre o con una scusa o coll’altra; così senza scissure e senza ragioni il nostro matrimonio si era quasi sciolto. Sulle prime avevo pianto assai e assai pregato; mi ero umiliata a confessargli che non potevo vivere a quel modo, ma poi non so come, la calma era venuta.