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l'amuleto 43


quella di congedo, vedevo la sua testa scoperta nel nimbo della luce e i suoi capelli che la brezza sollevava con una morbidezza di mano amante. Non so perchè, ma trovavo una soavità rara nel vedermelo davanti in quella attitudine di rispetto, sì che la prolungai, dando forse anche a lui una sensazione indefinita di piacere che mi parve di scorgere riflessa ne’ suoi occhi.


E ancora, come la prima volta, la sua visita mi lasciò uno strascico di gioia, una pienezza di idee, di orizzonti nuovi. Qualche cosa di simile lo avevo provato nella mia primissima gioventù, risanando da una grave malattia. Era, come allora, un risveglio di tutta la mia sensibilità, un accorrere di forze e di desiderî verso una vita nuova, o precisamente un incominciare a vivere.

Per quanto volessi indagare nelle mie più lontane memorie non avevo mai conosciuto nessuna persona che somigliasse a mio cugino; nessuno mi