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l'amuleto 181


dirizzo, nuovi doveri, nuove lotte forse.

L’orfanella stava ancora vestendosi nella sua camera quando venne mio cugino a prendere le disposizioni per il funerale. Mi trovò sul pianerottolo della scala con un fascio di semprevivi sulle braccia. Indovinandone la destinazione arrossì come per eccesso di piacere, poi facendosi subito pallido mormorò con nobile semplicità:

— Non vi conoscevo, Myriam, ora sì. Come siete buona!

Nessuna parola poteva riuscirmi più cara di quella — tanto invocata, tanto desiderata — epperò un grande turbamento e una commozione vivissima mi obbligarono ad appoggiarmi contro la parete.

Egli soggiunse:

— Mi perdonate?

Dio, che gioie vi sono al mondo!

Le mie mani sotto i semprevivi tremarono; abbassai il capo per invitarlo tacitamente a seguirmi ed anche per