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l'amuleto | 179 |
Ella fece un balzo e mi guardò sbigottita.
— Non temete — soggiunsi — sono madre.
A queste parole ruppe in un gran pianto e mi nascose la testa in seno.
A poco a poco riuscimmo a persuaderla. Mio cugino le promise che non avrebbe abbandonata la casa, che la salma sarebbe stata vegliata religiosamente. Così cedette e ripartii insieme alla fanciulla, nella carrozza chiusa, attraverso il deserto di neve che formava una ben degna cornice ai nostri due dolori. Mio cugino restò sulla soglia finchè la carrozza scomparve. L’ultima espressione che mi restò della sua fisionomia fu quella di una serietà infinitamente dolce.
L’Orsola aveva preparato un buon fuoco e dei cordiali. Ella mi aiutò efficacemente a sostenere e a confortare la derelitta al primo arrivo. Più tardi, quando l’ebbi condotta nella sua camera e che il sonno venne finalmente